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Schede speciali sui personaggi storici della Valle d'Aosta |
Natalino Sapegno (1901-1990) E' stato professore universitario, critico letterario,tra i massimi studiosi del '300 italiano. A Morgex presso la Tour de l'Archet e' attiva una Fondazione a Lui intitolata. | |||
Nascita: Il 10 novembre 1901 naque ad Aosta | |||
Morte: L'11 aprile 1990 muore a Roma | |||
Cenni Storici: Nacque da Giuseppe Maria e da Albertine Louise Viora il 10 novembre 1901 ad Aosta, città della famiglia materna, ma visse i primi anni a Torino, dove frequentò le scuole elementari e ginnasiali, durante le quali ebbe come compagno Carlo Levi, di cui fu amico per tutta la vita. Nel 1916, affidato con la sorella maggiore Giuliana ai nonni materni, fece ritorno nella città natale dove studiò al liceo classico Principe di Napoli, anticipando di un anno l’esame di maturità. Nel 1918 entrò all’Università di Torino, iscrivendosi alla facoltà di lettere, dopo essere stato incerto se iscriversi invece a quella di matematica. Nello stesso anno conobbe Piero Gobetti al concorso per una borsa di studio del Collegio delle Provincie. Nel 1919 morì prematuramente il padre, segretario capo dell’Intendenza di Finanza di Torino, lasciando la famiglia in difficoltà economiche. Sapegno si laureò il 10 luglio 1922 con Vittorio Cian, discutendo una tesi su Jacopone da Todi, da cui estrasse due articoli editi in rivista negli anni successivi; la tesi, rielaborata, uscì in seguito con il titolo Frate Jacopone, nelle edizioni del Baretti (Torino 1926). Nel 1924 curò una scelta di Opuscoli filosofici di Tommaso d’Aquino per la collana dell’editore Carabba, la Cultura dell’anima, fondata da Giovanni Papini, e, dopo un anno di supplenza (1923-24) presso l’istituto magistrale Regina Maria Adelaide di Aosta, vinto il concorso nazionale per una cattedra di italiano e storia nelle scuole medie superiori, si trasferì a Ferrara, dove insegnò nel locale istituto tecnico Vincenzo Monti, dal settembre 1925 al dicembre 1936. Nella città estense conobbe un’insegnante, Berta Ghedini, con cui si unì in matrimonio nel luglio del 1929, ma dall’unione con la quale – scomparsa prematuramente nel 1937 – non nacquero figli. Nel 1930 conseguì la libera docenza in letteratura italiana; dal 1932 al 1936 tenne corsi liberi all’Università di Padova. Nel 1936 partecipò all’‘affollato’ concorso per professore straordinario di letteratura italiana bandito dall’Università di Messina, ove confluirono ben 29 concorrenti di cui 13 furono riconosciuti maturi all’insegnamento. La commissione era formata da Luigi Federzoni (presidente), Ugo Ojetti, membri dell’Accademia d’Italia, Giuseppe Toffanin, Francesco Pastonchi e Carlo Calcaterra (segretario). Riuscito primo della terna, Sapegno fu chiamato all’Università di Palermo, dove insegnò per un solo anno (gli altri due furono Francesco Maggini e Michele Catalano, che ottennero la cattedra rispettivamente al magistero di Firenze e a Messina). Alla fine del 1937, succedendo a Vittorio Rossi, su proposta della facoltà, fu chiamato per decisione del ministro Giuseppe Bottai, che lo preferì a Luigi Russo, all’Università di Roma, dove insegnò fino al 1976. Nel 1938 sposò in seconde nozze Maria Elisabetta Posta, da cui ebbe due figlie, Simonetta e Silvia. Nominato ordinario dal 16 dicembre 1939 (la commissione era formata da Giuseppe Toffanin, Alfredo Schiaffini e Luigi Fassò), fra il 1938 e il 1943 fu legato al Gruppo antifascista romano, cui appartenevano fra gli altri Pietro Ingrao, Carlo Muscetta, insieme con gli allievi Carlo Salinari e Mario Alicata (che fu anche suo assistente), dei quali, scomparsi prematuramente, lasciò un commosso ricordo. Fu eletto socio dell’Accademia nazionale dei Lincei, corrispondente dal 1954, nazionale dal 1966. Nella sua operosa vecchiaia fu, fra l’altro, presidente del premio Viareggio dal 1986 al 1990.Morì a Roma l’11 aprile 1990. | |||
Fonte: http://www.treccani.it | |||
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