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Un viaggio tra le rocche e i castelli della Valle d'Aosta |
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Accesso | |||
- Autostrada per Aosta (A5) fino all’uscita di Verrès, quindi seguire la SR 4 per Km.1 fino al Comune di Issogne. - Strada Statale 26 della V.d.A fino a Verrès, quindi seguire la S.R. 4 per Km.1 fino al Comune di Issogne. | |||
Descrizione | |||
Il castello di Issogne, la cui apparenza estrerna è più simile ad una residenza rinascimentale, ha torri angolari non molto alte. Il castello ai tempi di proprietà dei vescovi di Aosta fu restaurato nel 1400 da Ibleto di Challant ma solo un successivo restauro, (tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500) al tempo di Giorgio di Challant (Priore di S. Orso), consentì alla struttura di divenire dimora per sua cugina Margherita de la Chambre e suo figlio Filiberto e assumere l'aspetto che ancora oggi propone ai visitatori. Al suo interno, l'androne e il porticato sono entrambe decorati con affreschi riproducenti scene di vita quotidiana e mestieri (la bottega del sarto, la farmacia, la macelleria, il corpo di guardia, il mercato di frutta e verdura, la bottega del fornaio e beccaio, quella del formaggiaio e del salumiere). Al centro del cortile anch'eeso decorato di stemmi matrimoniali della famiglia Challant, si trova la fontana del melograno realizzata in ferro battuto. I locali del castello sono una cinquantina, molti di questi visitabili e arredati tra le pi&ugave suggestive nella visita è da citare la "stanza delle armi". Al piano terra si può visitare la sala da pranzo che comunica con la cucina tramite il passapiatti che si apre sotto la cappa del camino; la cucina, dove trovano tre grandi camini, è divisa in due parti da una doppia arcata: una parte era riservata ai Signori e l'altra al personale di servizio; La sala baronale dove ci sono un bel camino in pietra con lo stemma dei Challant affiancato da un leone e da un grifone, le pitture sulle travi lignee del soffitto, e gli affreschi delle pareti raffiguranti paesaggi, scene di caccia e il Giudizio di Paride. Al primo piano accessibile tramite stupendo scalone a chiocciola si trovano: la cappella dalle volte finemente decorate, con affreschi alle pareti e con l'altare gotico in legno intagliato e dorato adorno di un trittico fiammingo. Anche qui una cancellata in legno divide la parte riservata ai Signori da quella destinata alla servitù la camera della contessa con l'oratorio ornato di pitture e quella del Conte Renato. Al secondo piano: la stanza del re di Francia con il soffitto a cassettoni e un camino che reca sulla cappa lo stemma con i gigli dorati sul fondo e il motto "Vive le Roi" (viva il Re). Al fianco di questa camera si trova quella detta dei "Cavalieri di San Maurizio" anche qui il soffitto è a cassettoni e in esso è dipinta la croce di quest'ordine. Dalla famiglia Challant il castello passò ai Madruzzo e ritornò ai Challant dopo un processo per la successione durato più di un secolo. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1872 fu acquistato dal pittore Vittorio Avondo che lo restaurò e lo donò allo Stato nel 1907. Oggi il castello appartiene all'Amministrazione Regionale. | |||
Fonte | |||
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