IL TORMENTATO GHIACCIAIO DI TSA DE TSAN E I IL MISTERO (RISOLTO) DEI RELITTI RITROVATI
Il ghiacciaio di Tsa de Tsan, ai confini tra la Valpelline e il Vallese, ci ha sempre attirato per l’ambiente selvaggio e per la possibilità di raggiungere vette estremamente panoramiche e, soprattutto, alla nostra portata (per noi hanno inventato una nuova categoria, AS ovvero Alpinisti Scarsi..). Ciò nonostante il loro raggiungimento presuppone l’attraversamento del suddetto ghiacciaio che, pur essendo mediamente pianeggiante, va affrontato con la dovuta cautela per un numero non indifferente di crepacci e crepaccetti nascosti talvolta insidiosi. La prima vetta, raggiunta nel lontano 2008, è stata la bella Tête de Valpelline, balconata sontuosa sulla vicinissima Cresta Tiefmatten Dent d’Hérens e sulla Est del Cervino e, già durante quella gita, nell’attraversamento del ghiacciaio sotto alcuni imponenti seracchi, avevamo incrociato diversi pezzi di legno e qualche oggetto metallico non ben identificato; in piena trance agonistico-alpinistica non ci eravamo posti particolari quesiti, qualcuno aveva persino immaginato un recupero da crepaccio di qualche sventurato il che non ci aveva messo di buon umore, ma si trattava solo di un’ipotesi azzardata. Quest’anno abbiamo voluto tornare al Rifugio Aosta, pittoresco ( e lontano..) nido d’aquila, per percorrere lo stesso ghiacciaio e raggiungere la vetta “gemella” della Tête de Valpelline, la Tête Blanche; dopo la solita faticosa salita su sfasciumi al Col de la Division ci siamo attrezzati per la delicata traversata trovando il ghiacciaio, ahimé, più tormentato e insidioso che otto anni prima. Ebbene, sia all’andata che al ritorno, nello stesso punto della gita precedente, sono affiorati relitti ben più eloquenti rispetto a prima; si tratta di pezzi abbastanza grossi di seggiolini in legno e altri pezzi metallici segno inequivocabile di un incidente aereo piuttosto recente. Al ritorno dalla Tête ci siamo imbattuti in uno spuntone metallico affiorante che abbiamo diseppellito che ci ha dato l’ulteriore conferma (se mai ce ne fosse stato bisogno) della nostra “supposizione”: si trattava di una delle eliche dell’aereo caduto, sicuramente un aereo di piccole dimensioni e quindi partito da località sicuramente non distanti dal ghiacciaio. Ora (e finchè il ghiacciaio lo vorrà) l’elica è stata da noi piantata verticalmente come riferimento per attraversare il ghiacciaio ed è facilmente visibile anche dal colle, abbiamo così pensato di dare una qualche utilità a questo triste ritrovamento; nel contempo la nostra curiosità ci ha portato a fare le ricerche del caso che ci hanno portato alle seguenti conclusioni:
- Il ghiacciaio di Tsa de Tsan ultimamente non porta fortuna agli aerei visto che abbiamo scoperto che nel nuovo millennio ci sono già stati due incidenti aerei con esito nefasto
- il primo nel 2000 e precisamente nel giorno di Santo Stefano, e aveva interessato un Piper PA-28 che portava 3 passeggeri italiani di cui uno sopravvissuto allo schianto.
- Il secondo, che sicuramente è l’oggetto dei nostri ritrovamenti, il 22 luglio del 2005 aveva interessato uno Jodel D 140 C.
Il primo incidente, che aveva interessato un gruppo di 3 persone partite da Bresso nei pressi di Milano, era atterrato all’aereoporto Gex di Aosta e in quel momento si trovava sulla via del ritorno. I passeggeri erano rimasti miracolosamente illesi e l’aereo era scivolato sul ghiacciaio sottostante i famosi Dents de Bouquetins, un gruppo di vette ben visibili dal Rifugio Aosta, un tempo mete alpinistiche rinomate ed ora poco frequentate per le mutate condizioni della roccia, ritenuta poco affidabile. I tre sventurati, evidentemente non attrezzati per sopravvivere alle basse temperature invernali, avevano cercato di scendere a valle e purtroppo due di loro erano scivolati in un canalone ferendosi mortalmente, il terzo era riuscito a sopravvivere la notte ed era stato recuperato la mattina successiva in stato di ipotermia. Il secondo incidente purtroppo non aveva avuto sopravvissuti, si trattava di un gruppo di quattro francesi partiti per un volo turistico da Chambery (con tappa intermedia a Chamois) che, a causa di alcuni forti turbolenze, si era schiantato proprio in corrispondenza dei seracchi sottostanti la Tête de Valpelline; la maggior parte dei rottami era stato lasciato in loco e sono proprio i rottami che abbiamo trovato nelle due nostre gite. Mistero risolto quindi che lascia sicuramente un po’ d’amaro in bocca per le vittime e che ci conferma che, nonostante gli insidiosi crepacci, il Ghiacciaio di Tsa de Tsan è meglio percorrerlo a piedi ( adeguatamente incordati e attrezzati ovviamente..)