L'itinerario iniziale è lo stesso che conduce al Rifugio Monzino, fino al bivio (bivio poco evidente con ometto in pietra) posto sul ripido sentiero poco sotto l’ultimo tratto della Via Ferrata Franco Garda. Abbandonare il sentiero che sale al rifugio e prendere a destra la suddetta deviazione che permette di guadagnare la morena del Ghiacciaio del Freney, all’altezza della lingua glaciale. Traversare in falsopiano su difficile terreno ghiaioso passando a destra i un enorme masso cubico. Passare sotto la lingua del ghiacciaio e puntare verso il Mont Rouge du Peuterey (radi ometti). Compiendo un semicerchio verso sinistra, risalire la morena (ora su sfasciume un po' più grande ma comunque poco agevole) e raggiungere un grosso diedro/couloir: qui iniziano i cavi del sentiero attrezzato (Possibile presenza di un grande nevaio che copre l’inizio della via anche a stagione inoltrata). Risalire il primo ripido tratto roccioso (arrampicata di II/III grado con qualche passaggio atletico ed esposto; cavo) per poi deviare, in corrispondenza di una zona più erbosa e meno ripida, a sinistra con lungo traverso moderatamente esposto. Obliquare verso destra, su ripida traccia di sentiero tra zolle erbose e terra (presenza di cavo), fino a raggiungere l’insellatura del Col Chasseur (2741 mt.). Dal Col Chasseur riprendere il sentiero attrezzato con cavo metallico e scendere sul ripido versante opposto disarrampicando su roccia con passi di arrampicata di II/II grado. In prossimità di due terzi di discesa superare un impegnativo traverso verso sinistra (lato di discesa) per poi guadagnare gli ultimi metri di canale prima di raggiungere l’ampia pietraia dell’anfiteatro morenico tra il Mont Rouge du Peuterey, il Pic Gamba e l’Aiguille Noire du Peuterey (Possibile presenza di un grande nevaio anche a stagione inoltrata; presenza di una corda). Scendere la pietraia senza percorso obbligato e puntare al Bivacco Borelli (traccia poco visibile e scarsi ometti), fino all’innesto con il sentiero che sale da Peuterey. Da qui (dopo una eventuale e consigliata deviazione con sosta al Bivacco) seguire a ritroso l’itinerario della Via Ferrata per il Bivacco Borelli, fino ai casolari di Peuterey (1504 mt.).
Discesa: La discesa avviene percorrendo l’impegnativa Ferrata per il bivacco Borelli
Difficoltà: Pur essendo alla portata di camminatori mediamente allenati, rimane un itinerario di stampo alpinistico: E’ necessario saper affrontare passaggi impegnativi ed esposti (talvolta atletici) nonché saper arrampicare/disarrampicare (massimo II/III grado); Attenzione alla discesa dal Col Chasseur (versante Borelli): occorre disarrampicare su un traverso abbastanza liscio ed esposto nell’ultimo tratto; E’ consigliabile avere i ramponi al seguito in quanto in entrambe le basi del Col Chasseur possono essere presenti importanti nevai, anche in piena stagione; E consigliabile avere al seguito una corda o comunque un cordino da utilizzare al bisogno per autoassicurarsi al cavo facendo un nodo Prusic; Attenzione alla progressione sul terreno morenico del ghiacciaio Freney: il terreno è detritico ed è molto scivoloso (conviene cercare il più possibile le placche di roccia che presentano più grip; Attenzione al transito sotto le seraccate del ghiacciaio del Freney: possibili crolli; Per le difficoltà relative alla Ferrata del Borelli e alla Ferrata Garda del Monzino fare riferimento alle relative relazioni.
Variante di salita L’anello può essere effettuato al contrario. In questo caso: Può risultare meno problematica la salita al Col Chasseur affrontata dal versante del Bivacco Borelli (passi di arrampicata con l’aiuto de cavo) anziché la discesa che richiede una buona disinvoltura in disarrampicata; Si abbattono un po' le difficoltà in discesa su via ferrata in quanto si evita di scendere dall’impegnativa Ferrata per il Bivacco Borelli (in discesa la Ferrata per il Rifugio Monzino presenta meno difficoltà).
Variante di salita (due Giorni) Avendo due giorni a disposizione è possibile allargare l’anello e renderlo ancora più appagante effettuando la salita al rifugio Monzino seguendo l’impegnativo Sentiero attrezzato Luigi Glaey per l’ex Capanna Gamba e salendo all’Aiguille du Chatelet.
Suggerimento Dal Col Chasseur, è possibile salire (sempre seguendo il tratto attrezzato con cavo) ancora una cinquantina di metri verso il Mont Rouge, e raggiungere in poco tempo la prima e la seconda “Platta de Zaneno”: due comodi belvedere pianeggianti con vista sull’Aiguille Noire, sui Rocher Gruber, sui Piloni del Freney e su tutta la Val Veny.
|