Premessa: Bisogna rispolverare i vecchi libri di montagna per trovare traccia di questa storica via (alla data della nostra gita: 21/07/2013, sul web non esiste alcuna relazione in merito), come ad esempio: “Montagne di una vita” di Bonatti, prima salita sulla Sentinella Rossa al Bianco. “Dal fondo della val Veny, lungo balze di roccia levigata dagli antichi ghiacciai, si inerpica un ripido sentiero più adatto ai camosci che agli uomini. Al suo termine, dopo tre ore di marcia, attende la capanna Gamba (ora non esiste più ma a poca distanza venne costruito il Rifugio Monzino - ndr)”. Nell’estate del 2003 la Guida Alpina Andrea Plat ha attrezzato nei punti più difficili questo itinerario, offrendo la possibilità di chiudere un anello attorno al Mont Chatelet. (Si ringrazia il gestore del rifugio Monzino: Armando Chanoine, per le preziose indicazioni date su come trovare questo sentiero).
Descrizione: Seguire il sentiero per l’ex lago delle Marmotte fino al ponte posto poco oltre il bivio con il sentiero classico per il Rifugio Monzino (2580 mt). Dal ponte proseguire per un buon tratto sulla morena in direzione di un grosso masso, già visibile in lontananza e posto sul filo di cresta (è possibile anche continuare sul filo di cresta lungo il sentiero per l’x lago delle marmotte fino al grosso masso e poi scendere sulla morena, verso la vostra destra, prestando attenzione alle rocce instabili). Poco prima del suddetto masso guadare il torrente nel miglio punto possibile portandosi sulla destra (sinistra idrografica), in corrispondenza dell’angolo della bastionata rocciosa alla base del Monte Chatelet. Individuare un ometto in pietra, posto sulla pietraia, alla base di un piccolo intaglio. Risalire l’intaglio con qualche passaggio di facile arrampicata, seguire le tracce di sentiero che traversano sulla destra (ometti e qualche bollo) e raggiungere il terrazzino esposto inclinato dove si trova un spezzone di corda che ne agevola la salita nel tratto più inclinato. Proseguite dritto su tracce di sentiero portandovi alla base di un ripido canale posto sullo spigolo alla vostra destra (non visibile dalla corda fissa). Risalire l’irto canale, reso delicato per la presenza di sfasciume instabile e al suo termine con un passaggio atletico di arrampicata (III grado – corda fissa) si guadagnano alcuni terrazzi erbosi inclinati. Proseguire con un lungo traverso verso destra, su tracce di sentiero poco agevole ed individuabile per la presenza di qualche ometto in pietra e bollo giallo sbiadito. Superare una fascia rocciosa ed un canale entrambe attrezzati con gradini e cavo fino ad arrivare sui prati del Brouillard. Da qui per raggiungere il rifugio Monzino si hanno due soluzioni: 1- Risalire l’evidente e grosso intaglio sulla vostra destra e posto circa a metà del pratone (in parte attrezzato con corde fisse), che permette di arrivare direttamente al rifugio; 2 - (Scelta consigliata) Proseguire in fondo alla morena seguendo sempre i bolli gialli che piegano inizialmente verso sinistra (sul lato del ghiacciaio) per poi piegare verso destra, puntando alla base di un evidente traverso che da sinistra verso destra sale allo spiazzo in cui sorgeva la vecchia capanna Gamba. Da qui in pochi minuti si scende su comodo sentiero al rifugio.
Discesa: Si consiglia di percorrere questo itinerario SOLO in salita! Per la discesa percorrere la via Ferrata sulla via normale per il Rifugio Monzino.
Difficoltà: Itinerario nel complesso lungo ed impegnativo. Ecco alcuni punti di attenzione che mi sento di sottolineare: 1) Difficoltà di individuazione dell’ometto posto alla base del primo intaglio. 2) Dopo il primo intaglio prestare attenzione al prato scosceso (sopra lo spezzone di corda) che immette nel canale detritico. 3) Delicata salita nell’irto canale detritico. Al suo termine è richiesto un passaggio abbastanza atletico (III grado): Corda Fissa e buoni appigli. 4) Dopo il canale prestare molta attenzione al lungo traverso su prato scoceso e moderatamente esposto con qualche saliscendi in prossimità di alcuni canali: non banale! 5) Il tratto più impervio è stato bene attrezzato (cavo e gradini nei punti essenziali). 5) Accesso al pratone del Brouillard un po’ esposto e su terreno instabile nella parte iniziale, poi senza difficoltà fino al traverso finale. 6) Traverso finale: salvo qualche breve passaggio su facili roccette, non presenta particolari difficoltà.
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